Il metodo formativo che utilizzo viene chiamato esperienziale perché si serve di esperienze dirette per stimolare l’apprendimento nei partecipanti. Per esperienze diretta puoi immaginarti:
- dei giochi d’aula che portano i partecipanti a lavorare insieme per raggiungere un obiettivo,
- delle esperienze in natura (come il tiro con l’arco, il trekking…)
- delle attività indoor strutturate nel tempo e complesse (lo yoga, la pallavolo, cucinare insieme…)
Perché partire dall’esperienza? Le ragioni sono due.
Apprendere significa aggiungere conoscenza e, soprattutto se si parla di un individuo adulto, prima ancora l’apprendimento implica lo scardinare degli schemi per farci posto e andare ad inserire negli stessi quanto di nuovo riteniamo utile. Gli schemi mentali che abbiamo, si sono consolidati nel corso di una vita e tutti noi conosciamo bene la fatica di cambiare le nostre abitudini! Chi di voi ha imparato a mangiare seduto al tavolo tenendo il tovagliolo ben piegato sul lato del piatto? E quando avete scoperto che il galateo vi richiede di appoggiarlo aperto, sulle vostre gambe… quanta fatica avete fatto per imparare e mettere in atto questo nuovo comportamento?
La nostra mente tende a cercare di mantenerci in una situazione rassicurante di comfort; ciò le permette di risparmiare energia, il che evoluzionisticamente significa averne a disposizione per garantirci la sopravvivenza. Alcuni la chiamano resistenza al cambiamento. Dall’altra parte però esiste in noi una spinta alla performance, al metterci in azione per affrontare tutte quelle situazioni che non ci fanno stare in comfort… ed è in quel frangente che le nostre possibilità di imparare si attivano!
L’esperienza provoca in noi emozioni e le emozioni attivano quelle aree del nostro cervello che sono adibite alla memoria. Le emozioni sono catalizzatori dell’apprendimento e l’esperienza diretta, scatena in noi delle emozioni. Ecco la seconda ragione per partire dall’esperienza quando si fa formazione.
Fare esperienza non basta affinché l’apprendimento sia efficace. Abbiamo bisogno di riflettere e osservare i comportamenti messi in atto, gli effetti di essi e arrivare ad estrapolare dei concetti utili da sperimentare in contesti diversi per poter dire di possedere una competenza nuova.
L’apprendimento quindi è un ciclo che non ha mai fine, che dura tutta una vita e del quale siamo i protagonisti indiscussi.
Su quali temi possiamo lavorare?
Sono una grande appassionata di promozione del benessere, tema su cui lavoro in numerosi corsi all’interno di differenti organizzazioni. Non c’è benessere senza stress e anche insegnare a fare pace con questo aspetto imprescindibile delle nostre vite, è per me un’altra amata sfida.
Lavoro molto anche sulla costruzione di relazioni positive e costruttive nei team, all’interno dei quali si sappia affrontare il conflitto, costruire e mantenere fiducia e rispetto. I miei interventi sull’universo della comunicazione e delle dinamiche del lavoro di gruppo, hanno come comune denominatore l’approccio sistemico-relazionale.
Mi occupo di formazione sul tema della leadership facilitativa, lettura e facilitazione delle dinamiche di gruppo.
Grazie alla mia esperienza di facilitatrice trovo utile condividere strumenti e tecniche di facilitazione per rendere efficaci le riunioni, qualunque obiettivo esse abbiano.
Nella pagina Competenze trasversali trovi un approfondimento sui temi che tratto in aula e in natura.